Non lo faccio mai e mai avrei creduto di doverlo fare, ma invece a questo punto DEVO farlo.
Di solito non è nel mio stile analizzare i look sbagliati. Ritengo poco corretto criticare persone che si son vestite con quello che hanno trovato sul pavimento. Se l’hanno fatto avranno i loro buoni motivi, anche se personalmente ignoro quali.
Dal momento che io non intendo imitarli e voi non intendete imitarli, che bisogno abbiamo di parlarne? Ecco, appunto.
Ma in un paio di sere ho visto due “cose” che non possono essere taciute.
La prima è stata avvistata allo Uoll durante la festa per l’arrivo della rivista “Sì” a Firenze. Ed era Michael Jackson.
Ok, ammetto che all’inizio ho pensato ad un’allucinazione. Ho chiuso gli occhi. Li ho riaperti. Era sempre lì.
Al che ho pensato a un fantasma… un istante prima di notare che aveva un bicchiere in mano. Ma allora che cos’era?
Trattavasi di signora che, per una serata speciale, aveva deciso di osare un look che nelle intenzioni doveva essere molto probabilmente androgino-new wave; d’altra parte le riviste dicono che c’è il revival anni ’80 (che poi sia iniziato un decennio fa e attualmente stia tramontando son dettagli, tralasciamo). Nei fatti, purtroppo, tale look è risultato essere il doppelgang di Michael Jackson, completo di pallore cadaverico e borsalino portato sulle ventitrè.
Ero con un’amica, alla quale ho chiesto di voltarsi con tatto guardare lei stessa. Credo che adesso che son passate 48 ore circa si sia ripresa dal coma da risata.
La seconda “cosa” è stata vista qualche sera fa nella tranquilla e rassicurante cornice di un “Sushi Mania”.
Mi volto per un istante e vedo Ronald McDonald. Un momento, penso: siamo da Sushi Mania, non da McDonald. Mi volto di nuovo: era proprio lui. E non era una statua, era in carne ed ossa. Guardo meglio e mi accorgo che ha gli occhiali di Arisa, ma non è Arisa.
Trattavasi di giovane donna che voleva, nelle intenzioni, fare l’alternativa avanguardistica di quelle che incarbnano un personaggio che vada oltre la femminilità più scontata per vestire uno stile fatto di design e che esprima il loro essere costantemente a passo con i tempi. Insomma, era una ciofeca.
Io non amo giudicare, davvero. E penso che non dovrei farlo. Ma mi sento di dire che due cose di sicuro non funzionano.
La prima: i travestimenti. Il total-look lasciamolo agli anni 80. Davvero. Se siamo state giovani e fighe incarnandolo, non è detto che funzioni di nuovo. Nè che funzionerà se è la prima volta che lo indossiamo.
La seconda: le esagerazioni. Un look concettuale affascina anche me, ma c’è un limite a tutto. Non dona quasi a nessuno, e non ha senso assecondare questa tendenza se non si è qunantomeno pagati a peso d’oro. Quindi, mai.